I colori e i coloranti al tempo dei Celti

 

Sono di seguito esposti alcuni dei colori ottenibili dalle popolazioni Celtiche e dei relativi coloranti.

 

L'associazione culturale Okelum può offrire dimostrazioni e ricostruzioni della tintura con i coloranti (quelli che seguono ed altri) in uso nell'età del Ferro durante gli eventi cui partecipa, organizzare altresì su richiesta stages con modalità da concordare, in cui fornisce dispense specifiche.

 

BLU

L’uso del guado (Isatis tinctoria) è documentato sin dal Neolitico dal Mar Nero, all’India, all’Africa del nord; sono stati rinvenuti reperti tessili tinti con il guado, o Glasto comune, datati al V sec a.C.; Cesare e Plinio parlano dell’uso di questo colorante, in particolare Plinio riporta che i Britanni usavano tale pianta per dipingere i loro corpi, allo scopo di incutere timore ai nemici.

Il colore che si ottiene da questa pianta era il blu, in varie tonalità. Il principio colorante è l’Indigotina; essa non è disponibile direttamente, ma va ricavata in seguito ad una lavorazione complessa. Il blu era chiamato dai romani “il colore dei barbari”, perché questi ne facevano largo uso. Il guado è anche impiegabile a scopo alimentare.

Il termine guado deriva dal termine weid, secondo alcuni di origine celtica, secondo altri germanica, che significa “erba selvatica”. Plinio parla di glastum, termine celtico che indica l’azzurro, con riferimento ai laghi.

 

ROSSO

Il colorante maggiormente impiegato per ottenere una colorazione rossa dei tessuti è la robbia (Rubia tinctorum), la varietà coltivata della Rubia peregrina, che dà una colorazione molto forte, tendente al bordeaux.

L’etimologia del nome è latina, deriva infatti dal termine ruber, ed indica appunto la colorazione rossa che si ottiene grazie all’uso di questa pianta in campo tintorio.

Il principio colorante è l’Alizarina, contenuta nelle radici della pianta. Si tratta di una specie asiatica, coltivata sin dai tempi antichi. In Gallia era uso mescolare tale colorante con il guado, per ottenere una tintura violetta.

Per la realizzazione di una tintura di colore rosso è da ricordare l’uso del kermes sin dai tempi antichi, più precisamente attestato dal II millennio a.C. in Mesopotamia; questo colorante da una colorazione rosso cremisi, porpora, tendente al fucsia.

Si tratta di un colorante di origine animale, un insetto parassita della quercia. I principi coloranti sono l’Acido Chermesico e l’Acido Flavochermesico.

 

GIALLO

La maggior parte delle specie vegetali presenti in natura dà una tintura giallastra; tuttavia talune specie sono preferite sin dai tempi antichi grazie alla particolare bellezza ed intensità del colore che si può ottenere da esse.

La ginestra minore (Genista tinctoria) è una pianta diffusa in tutta Europa allo stato selvatico, contiene pigmenti del gruppo dei flavonoidi che permettono di ottenere un colore giallo pulcino. È impiegata comunemente insieme al guado per ottenere una colorazione verde (testimoniato anche nell’arazzo medievale di Bayeux). I principi coloranti sono Genisteina e Luteolina.

La reseda biondella (Reseda luteola) è una pianta antichissima, il cui uso è documentato sin dal Neolitico; si tratta della specie tintoria produttrice del colore giallo più solido e brillante (G. Rossetti, XVI sec. - Capitolaribus de Tinctorum). La sostanza colorante gialla è data dalla luteolina, un flavonoide presente in tutte le parti della pianta.

 

MARRONE

L’henné (Lawsonia inermis) è impiegato fin dall’antichità quale colorante; tale specie è originaria dell’Asia minore, dell’Africa del Nord, di Iran ed India occidentale e venne coltivata in tutto il bacino del Mediterraneo. Questa pianta è dotata di proprietà tintorie, antisettiche e medicinali; è stata impiegata nella tintura, per la concia delle pelli e per colorazione rituale del corpo. Le tonalità di colore che si possono ottenere vanno dal marrone al rosso. I principi coloranti sono l’Henna, l’Acido Gallico e la Luteolina.

Anche il mallo di noce, ovvero la parte più esterna del frutto del noce, dà una colorazione marrone, tendente al nero. I principi coloranti sono l’Acido Gallico, il Tannino Cinese, il Tannino Turco, l’Acido m-Digallico e l’Acido  m-Trigallico.

(Testi a cura di Giulia Berruto)

 

I colori di Okelum
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